venerdì 28 febbraio 2014

"Caro fratello bianco...allora, di noi due, chi è l'uomo di colore?"

"Caro fratello bianco,
quando sono nato, ero nero,
quando sono cresciuto, ero nero,
quando sono al sole, sono nero,
quando sono malato, sono nero,
e quando morirò, sarò nero.

Mentre tu, uomo bianco,
quando sei nato, eri rosa,
quando sei cresciuto, eri bianco,
quando hai freddo, sei blu,
quando hai paura, sei verde,
quando sei malato, sei giallo,
e quando morirai, sarai grigio.

Allora, di noi due, chi è l'uomo di colore?"

"Dolcissimo" Carnevale...parte 2 !

Oggi vi propongo un' altra prelibatezza da preparare in questi giorni in attesa del Carnevale:
                                                     Frittelle di mele al vino dolce

Ingredienti per 6-8 persone:
-5-6 mele
-300g di farina
-2 uova
-2 tuorli
-3 dl di vino bianco dolce
-2 limoni non trattati
- 1 bustina di lievito in polvere per dolci
-zucchero
-olio per friggere
-sale

Preparazione:
  1. Dividere il baccello di vaniglia a metà nel senso della lunghezza e con la punta di un coltello raschiatene i semini, che metterete da parte. Grattugiate la scorza dei limoni, poi spremeteli per ricavarne il succo.
  2. Mettete le uova e i tuorli in una ciotola, prima setacciata con il lievito, 1 cucchiaio di zucchero, un pizzico di sale e mescolate con una frusta, aggiungendo a filo il vino, fino a ottenere una pastella omogenea che farete riposare per 1 ora coperta con pellicola.
  3. Sbucciate le mele, privatele del torsolo con l'apposito attrezzo, tagliatele a fette regolari un pò spesse e bagnatele subito con il succo di limone per non farle annerire.
  4. Immergete le fette di mela nella pastella preparata, una per volta, e friggetele man mano in abbondante olio caldo, quindi scolatele su carta da cucina, spolverizzatele di zucchero e servitele ben calde.
 Durata 1 ora + il riposo
fonte..VERO cucina

giovedì 27 febbraio 2014

"Dolcissimo" Carnevale!

Vi propongo sei irresistibili dolcetti, uno per ogni giorno fino al martedì grasso 4 Marzo, da poter provare e degustare..in allegria con la giusta compagnia ^_^

Iniziamo con le Frittelle ai canditi misti

Ingredienti per 8 persone:
-250 g di farina
-200 g di ricotta
-100 g di canditi
- 2 dl di latte 
-3 uova
 -100 g di zucchero
-6 cucchiai di succo di arancia
-50 g di burro
-zucchero a velo
-olio per friggere
-sale

Preparazione: 
  1. Tritate i canditi. Versate il latte in una casseruola, unite il burro, un pizzico di sale e portate lentamente a ebollizione. Aggiungete la farina setacciata attraverso un colino e lasciatela cuocere per 2 minuti, sempre mescolando con una frusta, fino a quando comincerà a sfrigolare.
  2. Trasferire il composto in una ciotola e lasciatelo raffreddare, poi incorporate le uova, uno per volta, quindi la ricotta, lo zucchero,il succo di arancia,i canditi e mescolate bene.
  3. Friggete l'impasto a cucchiaiate in una padella con abbondante olio caldo fino a ottenere tante frittelle dorate,scolatele man mano con un mestolo forato su carta da cucinare, spolverizzatele di zucchero a velo e servitele calde o tiepide.    
Durata: 1 ora e 15 minuti                                                                  fonte: VERO cucina ( rivista di cucina)

mercoledì 26 febbraio 2014

..."il bambino entra pulito e torna a casa sporco"...!





"Una buona scuola è quella dove il bambino entra pulito e torna a casa sporco: vuol dire che ha giocato, si è divertito, si è dipinto addosso, ha usato i propri sensi, è entrato in contatto fisico ed emotivo con gli altri.
 In altre parole ha iniziato a vivere". Paolo Crepet
  

domenica 23 febbraio 2014

"L’essere uguali è il nazismo che ammazza i deboli e i diversi..."messaggio alla diversità!

Vi propongo qui di seguito il discorso della Littizzetto, tenuto giovedì 20 febbraio, durante la terza serata del Festival di Sanremo. Ha destato subito la mia attenzione l'ascoltare questo semplice discorso ma allo stesso tempo toccante e significativo perchè dovrebbe indurre a far e a farci riflettere tutti sull'importanza della diversità che non deve destare spavento bensì ammirazione perchè se c'è una cosa certa è che nessuno stabilisce cosa o chi sia a stabilire la "normalità"! 

"Ognuno è bello a modo suo.
 La bellezza è altro. La cosa bella è che siamo tutti diversi, a volte drammaticamente o esageratamente. L’essere uguali è il nazismo che ammazza i deboli e i diversi.
Sai chi è bellissima? 

Gillian, la modella che sta sulla sedia a rotelle.
Un figo è Alex Zanardi, che se cammina scalzo non si prende il raffreddore.
Lucia Annibali, che è ripartita dopo che è stata sfregiata con l’acido dal fidanzato.
La bellezza è Seb, un bambino down di cinque anni che fa il modello.
 Sono persone che hanno diritto di vedersi rappresentati anche da noi. In Italia, se un ministro ha la pelle scura le tirano le banane. 
Quanto ci vorrà per vedere un bambino down nella pubblicità, che ne so, della Nutella?Barilla, un bambino down nella famiglia tradizionale, quando glielo metti?
I genitori si difendono, davanti all’handicap, dicendo che i bambini sono troppo piccoli per capirlo.
 La verità è che più sono piccoli, più è facile non far caso al diverso.
Per fare la televisione non ci vogliono due braccia. Le tette grandi rientrano nella bellezza, un braccio invece di due no. Quando arriva una al grande fratello che ha due boiler al posto delle tette, tutto ok, ma se c’è una donna con un braccio solo non si sa cosa dire.
Mamma, spiegagli perché ha un braccio solo, perché ha la sedia a rotelle.
 Altrimenti, se gli facciamo credere la vita come un cartone animato, non stupiamoci se quando da grande vede un ubriaco, gli dà fuoco.

I fiammiferi glieli abbiamo dati noi".
                                                                                  (Luciana Littizzetto)

venerdì 21 febbraio 2014

I perchè dei bambini

"Sono la loro maniera di entrare nel mondo e impossessarsene,di conoscerlo e iniziare a conviverci. Nella speranza, poi, ci si augura, che possano e vogliano anche modificarlo.
(...) E' indispensabile che i genitori, i nonni, gli insegnanti, gli educatori in genere si attrezzino a corrispondervi con sollecitudine e perizia, con pazienza e verità, senza offrire loro risposte parziali o eccessive, incomprensibili o  menzognere, ma, con un linguaggio e con esempi adatti all'età dei richiedenti,dar loro l'informazione cercata, niente di più e niente di meno"










Da "Il coraggio di educare"-Michele Corsi

"Io insegno se imparo con te" !


Maestra, insegnami il fiore ed il frutto
Col tempo, ti insegnerò tutto
Insegnami fino al profondo dei mari
Ti insegno fin dove tu impari
Insegnami il cielo, più su che si può
Ti insegno fin dove io so
E dove non sai? - Da lì andiamo insieme
Maestra e scolaro, un albero e un seme
Insegno ed imparo, insieme perché
Io insegno se imparo con te.

                                     Bruno Tognolini


martedì 18 febbraio 2014

L'amore per il lavoro ^_^








"Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua.“(Confucio)

domenica 16 febbraio 2014

Carnevale vecchio e pazzo

Carnevale vecchio e pazzo
s'è venduto il materasso
per comprare pane e vino
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia a un pallone.
Beve e beve e all'improvviso
gli diventa rosso il viso,
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia...
Così muore Carnevale
e gli fanno il funerale,
dalla polvere era nato
ed in polvere è tornato.                    Gabriele D'Annunzio
                                             

venerdì 14 febbraio 2014

L'amore per i bambini ^_^

Un gruppo di psicologi ha posto la domanda "Cosa vuol dire amore?" a bambini dai 4 agli 8 anni.
Queste le risposte:
1. L’amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno senza volere che l’altro le dia a te. (Gianluca, 6 anni). 
2. Quando nonna aveva l’artrite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei anche se aveva l’artrite pure lui. Questo è l’amore. (Rebecca, 8 anni).
 3. L’amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi. (Martina, 5 anni).
4. L’amore è la prima cosa che si sente, prima che arrivi la cattiveria. (Carlo, 5 anni). 
5. L’amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere. (Susanna, 5 anni). 
6. L’amore è quella cosa che ci fa sorridere quando siamo stanchi. (Tommaso, 4 anni). 
7. L’amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per assicurarsi che sia buono. (Daniele, 7 anni). 
8. L’amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo. (Elena, 5 anni).
 9. L’amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l’ho lasciato solo tutta la giornata. (Anna Maria, 4 anni). 1
0. Non bisogna mai dire “Ti amo” se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano. (Jessica, 8 anni).


Vi propongo qui di seguito una nota poesia d'amore del francese Prevert, a mio avviso tra le più belle e significative sull'amore: 

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore

Qual'è la vostra poesia/canzone d'amore che vi piace perchè racconta qualcosa di voi e vi rispecchia?

A San Valentino ogni "Valentino" sceglie la sua "Valentina: le origini della feste degli innamorati!

l tentativo della Chiesa cattolica di porre termine ad un popolare rito pagano per la  fertilità, è all'origine di questa festa degli innamorati.
Fin dal quarto secolo A. C. i romani pagani rendevano omaggio, con un singolare rito annuale, al dio Lupercus. I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un'urna  e opportunamente mescolati. Quindi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. L'anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie.
Determinati a metter fine a questa primordiale vecchia pratica, i padri precursori della Chiesa hanno cercato un santo "degli innamorati per sostituire il deleterio Lupercus. Così trovarono un candidato probabile in Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima. 

A Roma, nel 270 D. C il vescovo Valentino di Interamna, (oggi è la città di Terni), amico dei giovani amanti, fu invitato dall'imperatore pazzo Claudio II e questi tentò di persuaderlo ad interrompere questa strana iniziativa e di convertirsi nuovamente al paganesimo. San Valentino, con dignità, rifiutò di rinunciare alla sua Fede e, imprudentemente, tentò di convertire Claudio II al Cristianesimo. Il 24 febbraio, 270, San Valentino fu lapidato e poi decapitato. 
La storia inoltre sostiene che mentre Valentino era in prigione in attesa dell'esecuzione, sia "caduto" nell'amore con la figlia cieca del guardiano, Asterius, e che con la sua fede avesse ridato miracolosamente la vista alla fanciulla e che, in seguito, le avesse firmato il seguente messaggio d'addio: "dal vostro Valentino," una frase che visse lungamente anche dopo la morte del suo autore.


da: italysoft.com

mercoledì 12 febbraio 2014

Scuola senza zaino!

Togliere lo zaino è  un gesto reale, infatti  gli studenti delle scuole sono dotati di una cartellina leggera per i compiti a casa, mentre le aule e i vari ambienti vengono arredati con mobilio funzionale e dotati di una grande varietà di strumenti didattici sia tattili che digitali.  Ma togliere lo zaino ha anche un significato simbolico in quanto vengono realizzate  pratiche e  metodologie innovative in relazione a tre valori a cui ci si ispira:  la responsabilità, la comunità e l’ospitalità.
 Si tratta  di realizzare una scuola diversa da quella tradizionale che è normalmente  impostata sull’insegnamento trasmissivo e  standardizzato impartito nei tipici ambienti definiti  cells & bells (celle e campanelle), unidimensionali, dove  aule spoglie sono ammobiliate con le consuete file di banchi posti di fronte ad una cattedra, cui fanno da riscontro disadorni atri e  vuoti spazi connettivi.
Se ci si fa caso  si tratta di una questione planetaria.  Infatti in molte parti del mondo gli studenti utilizzano lo zaino per  portare a scuola e riportare a casa il proprio materiale come libri, quaderni, penne, matite, gomme, forbici, squadre e righe, colori ecc.  La cosa per la verità è un po’ strana.  Nessuno si è mai domandato perché un qualsiasi lavoratore trova i propri strumenti del mestiere sul posto di lavoro al contrario degli studenti.  In effetti lo zaino comunica un senso di precarietà e di inadeguatezza,  non a caso è stato inventato – come si può facilmente leggere in un qualsiasi vocabolario -  per gli alpinisti e per i soldati con il chiaro scopo di affrontare luoghi inospitali.   
Rendere le scuole ospitali è, dunque, un impegno di cambiamento.  E tuttavia l’ospitalità implica non solo costruire ambienti belli ed amichevoli, ma anche accogliere le diversità, far sì che ciascuno diventi responsabile per i propri e gli altrui talenti, originalità, bisogni e in generale per il precorso di crescita e di apprendimento.  Inoltre bisogna riflettere sul fatto che conoscere il mondo significa renderlo a noi comprensibile, trasformarle, umanizzarlo per farlo diventare, appunto, ospitale. La responsabilità e l’ospitalità, infine, si aprono alla costruzione della scuola come comunità, luogo di condivisione, di cooperazione e co - costruzione del sapere.

Da:SenzaZaino.it
per una scuola comunità!

"Per colpa di un accento"


Per colpa di un accento
un tale di Santhià
credeva d’essere alla meta
ed era appena a metà.
Per analogo errore
un contadino a Rho
tentava invano di cogliere
le pere da un però.
Non parliamo del dolore
di un signore di Corfù
quando, senza più accento,
il suo cucu non cantò più.

                                                                                                           Gianni Rodari

lunedì 10 febbraio 2014

Per non dimenticare la tragedia delle foibe!

ll 10 febbraio è il "Giorno del ricordo" che l'Italia dedica alla memoria della tragedia delle vittime delle Foibe e dell'Esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati. 

Alla fine della Seconda guerra mondiale, mentre tutta l'Italia, grazie all'esercito Anglo-Americano, veniva liberata dall'occupazione nazista, a Trieste e nell'Istria (sino ad allora territorio italiano) si è vissuto l'inizio di una tragedia: 350.000 italiani abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia dovettero scappare ed abbandonare la loro terra, le case, il lavoro, gli amici e gli affetti incalzati dalle bande armate jugoslave,guidate dal maresciallo Tito.
 Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o nei campi di concentramento titini. La loro colpa era di essere italiani e di non voler cadere sotto un regime comunista.
Solo nell'ottobre del 1954 l'Italia prese il pieno controllo di Trieste, lasciando l'Istria all'amministrazione jugoslava.
E solo nel 1975, con il Trattato di Osimo, l'Italia rinunciò definitivamente, e senza alcuna contropartita, ad ogni pretesa su parte dell'Istria, terra italiana sin da quando era provincia dell'Impero romano.
                                                                                                               
  Cito da: leganazionale.it 



Non è più un Paese per l'arte!

"Impara l'arte e mettila da parte"!
Così cita un ben noto e vecchio proverbio,ma d'ora in poi non si potrà nemmeno più imparare l'arte!

La decisione choc del Ministero dell'Istruzione di tagliare ed eliminare le ore alle materie artistiche negli istituti italiani è ormai definitiva .

Il caso, iniziato nel 2008 e poi completata nel 2010,vide l'allora ministro Gelmini cancellare gli istituti d'arte,eliminare le discipline artistiche dai bienni dei Licei classici e linguistici e cancellare la Storia dell'arte dagli istituti professionali.

La giustificazione di tale notizia sconvolgente sarebbe l'insostenibilità della spesa pubblica per tali materie!

Lo studio dell'arte venne introdotto in Italia dalla riforma Gentile nel 1923, e in epoca recente al nostro modello si sono ispirati vari Paesi; infatti in Francia, nel 2008, Sarkozy ha reso obbligatorio l'insegnamento dell'arte nelle scuole elementari.



E' impossibile pensare come in un Paese come l'Italia che custodisce il capitale storico-artistico più prezioso del mondo possa allo stesso tempo formare i cittadini che lo dilapideranno.







sabato 8 febbraio 2014

"Qualcuno mette i voti" !

"Qualcuno mette i voti" di Mario Ambel

Qualcuno mette i voti...
Qualcuno mette i voti...
perché così almeno si capisce com’è andata.
Qualcuno mette i voti...
anche se così non si capisce com’è andata.
Qualcuno mette i voti...
perché sta seduto nelle ultime file del collegio docenti
e di qui non si sente che cosa dicono là davanti.
Qualcuno mette i voti...
perché sta seduto nelle prime file del collegio docenti
e tanto dietro non ascoltano che cosa si dice qua davanti.
Qualcuno mette i voti...
perché dopo dieci anni di precariato ha perso la speranza
Qualcuno mette i voti...
perché ha perso la speranza dopo trent’anni di ruolo.
Qualcuno mette i voti...
perché intanto è tutto inutile.
Qualcuno mette i voti...
perché è finalmente una cosa utile.
Qualcuno mette i voti...
perché la scuola è una cosa seria
ed è importante valutare con chiarezza.
Qualcuno mette i voti...
perché la scuola non è più una cosa seria
e tanto non gli importa quello che gli scrivi.
Qualcuno mette i voti...
perché la scuola non è mai stata una cosa seria
e bisogna smettere di perderci troppo tempo.
Qualcuno mette i voti...
perché la scuola deve tornare a essere una cosa seria.
Qualcuno mette i voti...
perché così imparano a non studiare.
Qualcuno mette i voti...
perché tanto non studiano lo stesso.

Qualcuno mette i voti...
perché ha fatto il sessantotto e non gli hanno mai dato retta.
Qualcuno mette i voti...
perché è ora di finirla con quelli che hanno fatto il sessantotto.
Qualcuno mette i voti...
perché è lo fanno anche tutti quelli nati nel sessantotto.
Qualcuno mette i voti...
perché non ha mai fatto una sola ora di aggiornamento
tanto non ne valeva la pena.
Qualcuno mette i voti...
perché ha fatto troppe ore di aggiornamento
e non sa se ne è valsa la pena.
Qualcuno mette i voti...
perché è di destra e finalmente è arrivato
qualcuno a mettere un po’ di ordine e di disciplina.
Qualcuno mette i voti...
perché è molto di sinistra ed è ora di finirla
con il didattichese e il pedagogismo riformisti.
Qualcuno mette i voti...
perché è un vero democratico e ogni tanto
bisogna pur dar ragione alla destra.
Qualcuno mette i voti...
perché è di centro e tutte quelle
continue innovazioni hanno fatto male alla scuola.
Qualcuno mette i voti...
perché si fa più in fretta e con i figli, la casa,
la madre ammalata non si può mica star lì a scrivere
cose che non importano a nessuno.
Qualcuno mette i voti...
perché ha un doppio lavoro e bisogna pur mangiare.
Qualcuno mette i voti...
perché quello che conta sono i contenuti
e tutto il resto è solo burocrazia inutile.
Qualcuno mette i voti...
perché la didattica sono tutte balle e finalmente
la smetteranno di rompergli i coglioni.

Qualcuno mette i voti...
perché legge Pirani su Repubblica
Galli della Loggia sul Corriere
Ricolfi sulla Stampa
e trova che sia sempre lo stesso articolo
e che l’autore ha proprio ragione.
Qualcuno mette i voti...
perché ha letto tutti i libri della Mastrocola
e ne ha parlato anche col suo cane.
Qualcuno mette i voti...
perché ha letto tutti i libri di Starnone
e continua a parlarne con se stesso.
Qualcuno mette i voti...
perché è da tanti anni che non legge un libro.
Qualcuno mette i voti...
perchè ha letto troppi libri.
Qualcuno mette i voti...
perché deve finire l’ultimo libro che sta leggendo.
Qualcuno mette i voti...
perché non ha capito che questa svolta
distruggerà definitivamente la scuola progressista.
Qualcuno mette i voti...
perché ha capito che questa svolta
distruggerà finalmente la scuola progressista.
Qualcuno mette i voti...
perché sta alle superiori e l’ha sempre fatto.
Qualcuno mette i voti...
perché sta alle medie e finalmente può farlo di nuovo.
Qualcuno mette i voti...
perché sta alle elementari e non è mica diverso dagli altri.
Qualcuno mette i voti...
perché lo dice la legge.
Qualcuno mette i voti...
perché anche se la legge non lo dice
si sa che è quello che intendeva il ministro.
Qualcuno mette i voti...
perché anche se la legge non lo dice
lo fa capire il regolamento del ministero.

Qualcuno mette i voti...
perché si è sempre fatto così.
Qualcuno mette i voti...
perché era ora di far di nuovo così.
Ma altri, non importa se pochi o tanti,
continueranno a non mettere i voti
perché nel loro cuore e nella loro mente
sanno che è meglio non farlo. Molto meglio.

giovedì 6 febbraio 2014

mercoledì 5 febbraio 2014

Watanka-il successo di "Braccialetti Rossi"!

Più di 5 milioni di telespettatori per la serie tv, in onda dal 26 gennaio su rai uno, che ha coinvolto il pubblico italiano per le storie quotidiane di sei ragazzi malati di età compresa tra gli 11 e  i 17 anni, che si incontreranno in un ospedale e formeranno un gruppo.
 I ragazzi diventeranno inseparabili: giocheranno, rideranno,piangeranno,si emozioneranno e lotteranno insieme! 

Leo è il leader del gruppo, un ragazzo forte, coraggioso e semsibile, pronto ad aiutare gli altri.
Vale è il vice-leader, ragazzo attento ai piccoli particolari, riflessivo e calmo.
Cris,è la ragazza, l’unica femmina del gruppo, una persona confusa alla ricerca di se stessa. G
 Davide,è il Bello, un ragazzo aggressivo, sfrontato, immaturo, che non vede l’ora di andarsene. G
 Toni,è il Furbo, un ragazzino speciale capace di tenere alto il morale del gruppo.
  Rocco, l’Imprescindibile, un ragazzino fondamentale per l’esistenza del gruppo.




Non perdete le prossime puntate!! ;)

Empatie digitali

Per empatie digitali si intende la capacità di porsi nella situazione di un’altra persona o, più esattamente, di comprendere immediatamente i processi psichici dell’altro.
Vi propongo di seguito una fotografia antica, in cui è ritratta una donna seduta su una panchina in un parco. A lei attribuisco questi pensieri:

E penso a te- Non riesco a lavorare a maglia; non riesco nemmeno a leggere questo buon libro…tutto mi parla di te!