sabato 25 gennaio 2014

“Uffa, la conosco già!”-una divertente e riflessiva favola moderna

Alzi la mano chi non ha mai detto “uffa”…tra una bambina golosa, una mamma “sforna” storie, lupi e torte di mele si sviluppa la storia di Gina, una bambina che ama le torte e ama le storie e Gianna,una mamma che sforna torte e sforna storie.

-Ma che fame!-esclama Gina. E la mamma sforna una torta di mele. Gina, a merenda, mangia una fetta di torte di mele e chiede: -Mi racconti una storia? Allora la mamma comincia: -C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Rosso..     –Uffa , la conosco già!-la interrompe Gina.  –Anche la torta di mele la conosci già-dice la mamma.   –Si, ma mi piace sempre!- spiega Gina- la storia di Cappuccetto Rosso invece non mi piace più. -C’erano una volta tre porcellini…-comincia allora la mamma. Ma Gina sbuffa: -Uffa, anche la storia dei tre porcellini la conosco già e non mi piace più! Poi Gina dà un morso alla torta, perché le piace il sapore conosciuto della torta di mele, ma non le piace il sapore conosciuto delle solite storie. Gina è una bambina che ama le storie nuove. E allora la mamma cucina una storia nuova per Gina:”C’erano una volta tre casette:una di paglia,una di legno e una di mattoni. Le tre casette non erano abitate e sorgevano, una vicina all’altra,in una radura vicino a un bosco. La casetta di paglia sospirò e disse: -Io vorrei tanto avere per padrone un contadino che faccia l’erba, miete il grano e stende la paglia nella stalla. La casetta di legno sospirò e disse: -Oh, io vorrei invece avere per padrone un taglialegna che sega i tronchi, taglia i rami e fa grandi cataste di legna da ardere.  La casetta di mattoni, che si dava delle arie perché si sentiva più bella e robusta delle altre, disse: - Oh,che desideri banali avete voi due; io vorrei avere per padrone un bel porcellino roseo e grassottello. -Un porcellino?che idea!-esclamarono la casetta di paglia e quella di legno. –Un’idea originale!-disse la casetta di mattoni con tono di superiorità.-dovreste pensarci anche voi. –Un’idea stupida!-disse la casetta di paglia.-Se io offrissi riparo a un porcellino,farei una pessima fine. Verrebbe il lupo e per mangiarsi il porcellino soffierebbe, soffierebbe,soffierebbe..e senz’altro mi farebbe volare via. –Già,-fu d’accordo la casetta di legno-anche io non mi sentirei per niente sicura a dar riparo a un porcellino. Verrebbe il lupo e per mangiarselo soffierebbe, soffierebbe, soffierebbe..finchè butterebbe giù tutte le mie assi di legno. –voi avete troppa fantasia,-disse la casetta di mattoni-oppure mamma vi ha raccontato troppe favole,fandonie e fanfaluche.”    
E qui Gianna interrompe la mamma: -Cosa sono le fandonie e le  fanfaluche? –Sono storie,invenzioni..frottole,bugie-spiega la mamma. –E anche le casette hanno delle mamme che raccontano favole?-chiede  ancora Gina. –In questa storia si. –Oh, ma che storia!-esclama Gina,dando un altro morso alla fetta di torte di mele. -Continua!
E la mamma continua: “Allora la casetta di paglia s’indispettì e disse a quella casa di mattoni così robusta,vanitosa e antipatica:-troppa fantasia ce l’avrai tu,che pensi che i porcellini rosei e grassottelli vadano ad abitare nelle case di mattoni! E anche la casetta di legno stava per dire la sua,ma appena aprì bocca la richiuse,senza dire niente,perché proprio in quel momento si sentirono arrivare,dal  bosco vicino, tonfi di passi di lupo e sibili di respiro di lupo.quindi  un prolungato ululato di lupo fece tremare le tre casette. Infine apparve il lupo. Quel lupo si chiamava Cattivo e quel giorno era di pessimo umore perché aveva attraversato in lungo e largo tutto il bosco, ma non aveva visto nessuna bambina con un cappuccio rosso. Il lupo Cattivo era sicuro che il bosco pullulasse di bambine con i cappucci rossi, perché la sua mamma gli aveva sempre raccontato la storia di Cappuccetto Rosso. E qui Gina interrompe di nuovo la mamma: -ma come,anche i lupi hanno mamme che raccontano favole? – II lupo di questa storia si. –Oh, ma che storia!-esclama Gina e mangia un altro boccone di torta di mele .-Continua!
E la mamma continua:”Il lupo Cattivo sapeva come ci si deve comportare se s’incontra una bambina con un cappuccio rosso in testa, e se lo ripeteva tutti i giorni prima di avventurarsi nel bosco:
-PRIMO: non devo perdermi in chiacchiere del tipo Dove vai bella bambina?,che cos’hai nel panierino? SECONDO:non devo proporle stupide gare del tipo Vediamo chi arriva prima a casa della nonna! TERZO: non devo essere ingordo e lasciarmi solleticare da idee tipo Prima mi mangio la nonna,poi mi travesto,aspetto la bimba e mi mangio anche lei! Dopo mi verrebbe sonno per il pasto troppo abbondante, e perché le vecchie nonne sono sempre un po’ indigeste, mi addormenterei, russerei e…e …  e qui il lupo smetteva di pensare,perché quel terzo punto aveva dei risvolti poco piacevoli e quando era piccolo, e la mamma gli raccontava quella storia, gli venivano sempre i peli blu dalla paura, e poi non riusciva a prendere sonno e, se dormiva, sognava eserciti di terribili cacciatori squarciatori di pancie…. Allora il lupo passava subito al quarto punto del suo ragionamento, il più importante: -QUARRRTO:-si diceva digrignando i denti-mi  mangia subito la bambina, con tanto di cappuccio e panierino,PUNTO E BASTA! 
La cosa sembrava semplice, ma il lupo Cattivo, che prima era diventato un giovane lupo e poi un lupo adulto e adesso era un vecchio lupo, ma non aveva ancora incontrato nel bosco una bambina col cappuccio rosso e il panierino. Ululava quindi di pessimo umore, quando sbucò nella radura dove sorgevano le tre casette. A quella vista, il lupo Cattivo si rianimò e gli occhi gli brillarono di contentezza: -le casette dei tre porcellini!-esclamò felice. Era tutta la vita che cercava tre casette cosi.” –Perché, la sua mamma gli aveva raccontato anche la storia dei tre porcellini?-interviene Gina. –Certo! Dovresti saperlo che le mamme,uffa,uffa,raccontano sempre le stesse storie!-dice la mamma Gianna. E poi continua: “E così il lupo non ci pensò su due volte e si disse:
-PRIMO: Soffiare, soffiare e non lasciarselo scappare! Soffiò una volta,soffiò due volte, soffiò tre volte e la casetta di paglia volò in un turbine e ricadde a terra in un disordinato mucchio di paglia. Nel polverone generale, il lupo non vide niente, restò un po’ li a starnutire e a sfregarsi gli occhi,anche perché era un vecchio lupo un po’ malandato, e poi pensò: “C’era da aspettarselo! Me lo aveva detto la mamma…quel porcellino furbastro sarà scappato nella casetta di legno del fratello! Quindi si disse:-SECONDO:  soffiare, soffiare e non lasciarselo scappare! Soffiò una volta,soffiò due volte, soffiò tre volte e la casetta di legno crollò in un mucchio confuso di assi sparse.  Nel polverone generale, il lupo non vide niente, restò un po’ li a starnutire e a sfregarsi gli occhi e pensò: “Come previsto! I due furbastri saranno scappati nella casetta di mattoni del fratello più furbo”. Quindi si disse: -TERZO: non soffiare,non soffiare. è fatica sprecata con i mattoni, quindi risparmiare i polmoni! QUARRRTO-:continuò allora battendo i denti dalla paura-non entrare dal camino perché se no..-e qui il lupo non fu in grado di continuare la frase, ma rabbividì   al ricordo del pentolone d’acqua bollente. Allora bussò semplicemente alla porta e chiese: -Permesso?? –Avanti!-disse la casetta di mattoni, che era una casetta vanitosa ma educata e, senza neanche rendersene conto,aprì la porta. Così lupo Cattivo entrò, annusò in giro e frugò in tutte le stanze. Poi, molto deluso, disse:-Ma qui non c’è neanche l’ombra di un porcellino! –no, ma lo sto aspettando!-rispose la casetta di mattoni che aveva il suo  sogno da sognare. –ah,benone!-disse il lupo tranquillizzato.-allora lo aspetterò anch’io. E andò a sedersi in poltrona, si accese un sigaro, se lo fumò e poi si addormentò perché aveva anche lui il suo sogno da sognare. Intanto fuori, nella radura di nuovo tranquilla e silenziosa, passò un contadino e vedendo quel bel mucchio di paglia, che prima era stato una casa, disse:-oh, che bella paglia, la raccoglierò e ne farò una bella casetta per gli anatroccoli e i pulcini. E col forcone caricò tutta quella paglia sul suo carretto e se la portò a casa. Fu così che la casetta di paglia riuscì a realizzare il suo sogno ed ebbe per padrone un contadino. Poi passò un taglialegna e nel vedere quelle balle assai di legno sparse, disse: -oh, quanto legname, lo raccoglierò e ne farò una bella casetta dove tenere i miei attrezzi! E caricò tutta le assi di legno sul suo carretto e se le portò  a casa. E cosi anche la casetta di legno riuscì a realizzare il suo sogno ed ebbe per padrone un taglialegna.” –ma quella vanitosa casetta di mattoni?-chiede Gina,mangiando  l’ultimo boccone di torta. E la mamma continua: “la casetta di mattoni non ebbe mai per padrone un porcellino roseo e grassottello, anzi ebbe come inquilino un vecchio lupo spelacchiato. Infatti lupo Cattivo trovò che quella casa era più confortevole di una tana, per trascorrervi la vecchiaia, e poi aspettava sempre di veder arrivare un porcellino. Anche la casetta di mattoni ogni tanto sognava che arrivasse ad abitarla un porcellino roseo e grassottello, ma si sa che nessun porcellino che abbia un po’ di sale in zucca si avvicina a una casa dove vive un lupo! E così quella bella casa, robusta e vanitosa, fu abitata per sempre da un vecchio lupo che era stato un piccolo lupo con una mamma che gli raccontava troppe favole…” -… fandonie e fanfaluche!- conclude Gina. – E cosi la storia è finita-dice la mamma. -Ma che storia!-dice Gina che intanto ha finito la torte di mele.
 –Domani ti farò la torta di cioccolata-promette la mamma. –no, voglio ancora la torta di mele!-dice Gina. –Uffa, questa storia della torta di mele la conosco già!- protesta la mamma.
 Ma poi sorride, perché sa che dovrà sbucciare altre mele e inventare altre storie.
Silvia Roncaglia


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