Cyberbullismo o ciberbullismo (ossia "bullismo" online) è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l'e-mail, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web.
Il termine cyberbullying è stato coniato dall'educatore
canadese Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il
cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment
("cybermolestia") che avviene tra adulti o tra un adulto e un
minorenne. Tuttavia nell'uso corrente cyberbullying viene utilizzato
indifferentemente per entrambi.
Oggi il 34% del bullismo è online, in chat, quest'ultimo
viene definito cyberbullismo. Pur presentandosi in forma diversa, anche quello
su internet è bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail
contenenti materiale offensivo può costituire un danno psicologico. In
Inghilterra, più di 1 ragazzo su 4, tra gli 11 e i 19, anni è stato minacciato
da un bullo via e-mail o sms. In Italia, secondo l’Indagine nazionale sulla
Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza pubblicata nel 2011 [fonte:
Eurispes, Telefono Azzurro, 2011] un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet
informazioni false sul proprio conto. Con minore frequenza si registrano casi
di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi.
Rispetto al bullismo tradizionale nella vita reale, l'uso
dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche
proprie:
-Anonimato del molestatore: in realtà, questo anonimato è
illusorio: ogni comunicazione elettronica lascia pur sempre delle tracce. Per
la vittima, però, è difficile risalire da sola al proprio molestatore; inoltre,
a fronte dell'anonimato del cyberbullo, spiacevoli cose sul conto della vittima
(spesse volte descritta in modo manifesto, altre in modo solo apparentemente
non rintracciabile) possono essere inoltrate ad un ampio numero di persone.-Difficile reperibilità: se il cyberbullismo avviene via SMS, messaggeria istantanea o mail, o in un forum online privato, ad esempio, è più difficile reperirlo e rimediarvi.
-Indebolimento delle remore etiche: le due caratteristiche precedenti, abbinate con la possibilità di essere "un'altra persona" online (vedi i giochi di ruolo), possono indebolire le remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale.
-Assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo.
Come nel bullismo tradizionale, però, il prevaricatore suole
prendere di mira chi è ritenuto "diverso", solitamente per aspetto
estetico, timidezza, orientamento sessuale, abbigliamento non convenzionale e
così via.Gli esiti di tali molestie sono, com'è possibile immaginarsi
a fronte di tale stigma, l'erosione di qualsivoglia volontà di aggregazione ed
il conseguente isolamento, implicando esso a sua volta danni psicologici non
indifferenti, come la depressione o, nei casi peggiori, ideazioni e intenzioni
suicidarie. Spesso i molestatori, soprattutto se giovani, non si rendono
effettivamente conto di quanto ciò possa nuocere all'altrui persona.
Alcuni giorni fa c'è stato il primo importante tentativo per contrastare questo fenomeno: l'elaborazione del Codice di autoregolamentazione per fermare questo problema , durante la riunione tecnica presieduta dal viceministro dello Sviluppo economico Catricalà con l'accordo dei rappresentanti delle istituzioni, le associazioni italiane del settore e i colossi globali come Google e Microsoft.
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