mercoledì 24 dicembre 2014

Dov'è il cappello di Babbo Natale?-A Christmas Tale!

Nella casa di babbo Natale tutto era pronto: la slitta, i regali, le renne...era mezzanotte!!!
l'orologio della piazza suonò dodici rintocchi
“Senti è Natale”!!! disse Rudolf la renna
“stanotte finalmente portiamo i regali “ disse Blitzen la renna
“Ma dov'è Babbo Natale “ disse Rudolfh
“  Babbo Natale , Babbo Natale, dove sei? Chiamarono le renne
Eccomi qua !” disse Babbo Natale uscendo sulla porta di casa
“Babbo Natale Partiamo “ disse Blitzen
“Si, sono pronto ...arrivo subito “ disse Babbo Natale rientrando in casa.
Babbo Natale non si era accorto che Gina la civetta era appollaiata sul ramo dell'abete tutto illuminato,
Le civette si sa, fanno paura di notte con quegli occhioni gialli, ma in fondo in fondo sono buone e si divertono tanto a fare gli scherzi a chiunque  sia nei paraggi.
Così la civetta Gina decise che quella notte avrebbe fatto un bellissimo scherzo a Babbo Natale...
“ se non ci sbrighiamo faremo tardi  e non riusciremo a portare tutti i regali in una notte“ disse Rudolph spazientita
“Forzaaaa si Parteee “ urlò Babbo Natale uscendo di casa
“Ehi Babbo Natale ma dov'è il tuo cappello” disse Blitzen
“Non lo so !” disse Babbo Natale toccandosi la testa
Come!! non sai dov'è il tuo cappello “ disse Blitzen
“Prima l'avevi in testa “ disse Rudolpf
“ E adesso dov'è “ disse Blitzen seccata
“ Non me lo ricordo più “ disse Babbo Natale
“ Hai guardato sotto il letto ?” disse Rudolf
Babbo Natale entrò in casa, guardò sotto il letto ma il cappello non c'era
“ No, non c'è” disse Babbo Natale
“ Hai guardato nell'armadio? “ disse Rudolf spazientita
Babbo Natale guardò anche lì ma il cappello non c'era
“No !! disse Babbo Natale non c'è neanche qui
“Guarda sotto la poltrona?“ disse Blitzen
Babbo Natale guardò sotto la sua grossa poltrona vicino al camino, ma del cappello neanche l'ombra.
“E adesso come facciamo !!?” chiese Blitzen spaventata a Rudolf
La renna Rudolf era effettivamente preoccupata; non era mai successo prima d'ora che Babbo Natale perdesse il cappello.
“Certo che Babbo Natale non può essere un vero Babbo Natale senza il cappello” pensò Blitzen
Il tempo passava.  Anche Babbo Natale era preoccupato: Pensava a tutti i bambini del mondo che in quella notte magica aspettavano proprio lui. Come poteva essere diventato così sbadato, dove poteva essere finito il suo cappello?
“ Sempre la stessa storia: l'anno scorso ha perso i guanti, l'anno prima gli occhiali e ora il cappello... sta proprio invecchiando” disse Blitzen.
Rudolf intanto cercava di darsi da fare per trovare il cappello, quando vide, coperto da un po' di neve, un grosso scatolone pieno di cappelli.
“Babbo Natale !! vieni presto !!vieni qui subito” urlo Rudolf
Era dà un po' passata la mezzanotte quando gli abitanti del paese di Babbo Natale, preoccupati perchè la slitta non era ancora partita, si
avviarono verso la casa di Babbo Natale per capire cosa stava succedendo.
“Guarda !!” disse Rudolf indicando lo scatolone
“ è pieno di cappelli, magari c'è anche il tuo!” disse a Babbo Natale.
Babbo Natale  prese dallo scatolone un cappello... era marrone, se lo mise in testa..
“no, è mio “disse il falegname prendendo il suo cappello dalla testa di Babbo natale
Babbo Natale ne prese un altro , se lo mise in testa ...ma si sentì una voce che diceva:”Quel cappello è mio ridammelo subito!”
Babbo Natale ora era veramente triste:
“Nessuno riceverà i regali questa notte!! non sono un vero Babbo Natale senza il mio cappello”
La civetta Gina, appollaiata sul ramo, si stava divertendo un mondo; in testa aveva il cappello di Babbo natale ma nessuno se ne era accorto, nemmeno la renna Rudofl. !
Nel silenzio che seguì, la civetta volò dal ramo aprì le sue ali e volò intorno alla slitta passando vicinissima alle corna di Blitzen.
“Guarda..... Guarda là..... Babbo Natale ....guarda dov'è il tuo cappello!!” urlò Blitzen con tutto il fiato che aveva.
Babbo Natale vide finalmente il suo cappello ...e la civetta Gina si posò delicatamente sul suo braccio.
“Tieni  il tuo cappello “ disse la civetta.
Babbo Natale si mise il cappello sulla testa.
“ Guardate!!! Babbo Natale ha il cappello!” disse Blitzen
“Finalmente ora possiamo dirlo “ Disse Rudolf tirando un sospiro di sollievo
“ Aspetta un momento.... “Disse Babbo Natale sedendosi sulla slitta
“ecco ora  si che possiamo dirlo...... BUON NATALE!!!
“BUON NATALE a tutti” dissero Rudolf, Bitzen e...naturalmente Babbo Natale volando nel cielo pieno di stelle.


da: Ti racconto una fiaba!

domenica 7 dicembre 2014

Sweet Xmas!

Il Natele si sta avvicinando e vi propongo delle "dolci" idee da provare e far assaporare ai vostri cari,soprattutto ai piccoli di casa!

 Biscotti alberello
Ingredienti:
Farina di Grano tenero tipo 00: 640 gr
Lievito in Polvere per dolci: 1 bustina
Cioccolato in polvere: 60 gr
Bicarbonato: 1 cucchiaino
Zucchero a velo: 96 gr
Burro: 200 gr
Miele: 130 gr
Uova: 1
Sale: 1 pizzico
Ingredienti per la crema
Albumi: 4
Zucchero a velo: 512 gr
Vaniglia in polvere: 1 bustina


Unite il burro e lo zucchero a velo fino ad ottenere un impasto spumoso. Mescolando con cura aggiungete il miele e l'uovo. Ora uniamo farina, cacao, lievito e sale fino ad ottenere una pasta ben uniforme.
Avvolgere il panetto di pasta in una pellicola e lasciar riposare in frigorifero per 2 ore.

Tolto il panetto da frigorifero stendete la pasta con una altezza massima di 4/5 mm e con stampini a forma di stella di dimensioni diverse ricavate i biscotti.
Infornate il tutto a 180° C per circa 5/10 minuti a seconda delle dimensioni dei biscotti. Una volta cotti lasciateli raffreddare su una griglia.

Preparate la crema montando a neve i 4 albumi, lo zucchero a velo e la vaniglia fino ad ottenere una crema compatta.

Una volta pronto il tutto iniziate a costruire gli alberi intervallando biscotti e crema.


Fonti: Il cucchiaio d'argento 

giovedì 20 novembre 2014

Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza!

Oggi, 20 Novembre, si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

La scelta per la celebrazione ricorda il giorno in cui, nel 1989, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

“Tutti siamo stati bambini e tutti noi condividiamo il desiderio per il benessere dei nostri figli che è sempre stato e continuerà ad essere la principale aspirazione dell’umanità”, ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Le Nazioni Unite invitano tutti i paesi a celebrare la giornata organizzando eventi volti a promuovere il benessere dell’infanzia.


Venticinque anni fa il mondo, attraverso la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, si è preposta l'obiettivo di promuovere i diritti dei bambini e degli adolescenti, per consentire loro di crescere e di esprimere il loro pieno potenziale. 


Nonostante ciò,ancora oggi molti bambini e adolescenti, anche nel nostro Paese, sono vittime di violenze o abusi, discriminati, emarginati o vivono in condizioni di grave trascuratezza.


DIRITTI CHE VORREI

I diritti che vorrei
sono miei e anche tuoi.
Voglio un mondo di diritti,
non sopporto i rovesci.
Non posso gioire sulla Terra
se tu combatti in una guerra.
E come posso io mangiare
se tu sei costretto a digiunare?
Lo studio è importante
da Oriente a Occidente,
perché ne ha diritto
solo chi è abbiente?
Non ne posso proprio più
di vedere il mondo a testa in giù.
Voglio anch’io per te lottare
ed il Mondo migliorare.
E i Potenti della Terra
hanno il dovere di ascoltare.
Tutti i bambini hanno
il diritto di mangiare,
di giocare e di studiare.
Siamo diversi e siamo tanti,
ma siamo bambini tutti quanti.
E tu che sei adulto,lo dovresti ben sapere.
Lo so,anche tu hai il "diritto" di sbagliare
ma sei ancora in tempo a rimediare.
Se i nostri diritti farai rispettare,
il mondo potrai umanizzare.

                                                                                           Rosetta Cavallo


martedì 11 novembre 2014

San Martino!


La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale ,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli  pensieri,
nel vespero  migrar.


                                                    Giosuè Carducci

venerdì 31 ottobre 2014

Trick or treat?!- Dolci da paura!

La notte di Halloween è ormai giunta alle porte e per rendere ancor più creativa tale festa vi propongo alcune dolci idee da proporre ai vostri bambini!


"Torta di zucca con fantasmini"


Ingredienti:
 
250 g di farina 00

150 g di miele

1/2 bustina di lievito per dolci

50 g di zucchero

2 uova

1 dl di olio di semi di arachidi

150 g di zucca già pulita

60 g di gherigli di noce

50 g di uvetta

zucchero al velo

2 dl di panna vegetale

1 rotella di liquirizia

Taglia la zucca a dadini di 2 cm circa di  lato. Metti il cestello per la cottura al vapore in una casseruola,  aggiungi una quantità di acqua sufficiente a sfiorarne il fondo.  Trasferisci la zucca nel cestello, metti il coperchio e cuoci per circa  20 minuti. Frulla la zucca al mixer in modo da ottenere un pure  omogeneo. 

Lascia ammorbidire l'uvetta in  acqua tiepida per 10 minuti. Mescola il pure di zucca con il miele, le  uova, l'olio e lo zucchero. Aggiungi 230 g di farina, il lievito e i  gherigli di noce spezzettati. Sgocciola l'uvetta, asciugala, infarinala  con la farina rimasta, elimina quella in eccesso e uniscila all'impasto.  Mescola ancora. 

Rivesti lo stampo con carta  da forno bagnata e strizzata, versaci il composto preparato e cuoci la  torta in forno già caldo a 180° per circa un'ora. Lasciala raffreddare;  quindi spolverizzala con zucchero a velo. Monta la panna vegetale ben  fredda con la frustra elettrica con 1 cucchiaio di zucchero a velo.  Trasferisci la panna in una tasca da pasticciere con la bocchetta liscia  e decora la superficie della torta con tanti conetti, simili a dei  fantasmini. Taglia dei piccoli pezzetti della stringa di liquirizia,  disponili sulla panna, in modo da creare gli occhi e servi.



"I cappelli delle streghe"



Ingredienti:

Cialde per cono gelato

cioccolato fondente

zuccherini colorati


Fai sciogliere il cioccolato a bagno maria. Lascialo raffreddare un pochino e immergi i coni. Non farlo da bollente o la parigina diventa molle. Decora con gli zuccherini.







da: Donna Moderna.com-di Paola Toia

lunedì 27 ottobre 2014

Halloween is coming !

La notte delle streghe, fantasmi, pipistrelli e essere spaventosi sta per arrivare e io vi voglio proporre un'idea creativa per fare un lavoretto per i vostri bambini: delle buffe e spaventose lanterne di Halloween!





Occorre munirsi di barattoli in vetro, del cartoncino colorato e una candelina con la base in metallo.
Inizialmente fare il disegno che preferite sul cartoncino; poi ritagliatela e incollatela nella parte esterna del barattolo;inserite, infine, all'interno la candelina.




La vostra lanterna è così pronta per essere utilizzata, da mettere alle finestre delle vostre aule scolastiche o delle vostre abitazioni!










sabato 18 ottobre 2014

..."L'educazione è l'unica soluzione"..Malala Yousafzay!


"I libri e le penne sono le armi più potenti,l'educazione è l'unica soluzione".


Queste le parole di Malala Yousafzay, studentessa e attivista pakistana, la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace,nota per il suo impegno per l'affermazione dei diritti civili e per il diritto all'istruzione - bandito da un editto dei talebani- delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat.

All'età di tredici anni è diventata celebre per il blog, da lei curato per la BBC, nel quale documentava il regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti delle donne, e la loro occupazione militare del distretto dello Swat.] È stata nominata per l'International Children's Peace Prize, premio assegnato da KidsRights Foundation per la lotta ai diritti dei giovani ragazzi.

Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente ferita alla testa e al collo da uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico su cui lei tornava a casa da scuola.Ricoverata nell'ospedale militare di Peshawar, è sopravvissuta all'attentato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili.
Il 12 luglio 2013, in occasione del suo sedicesimo compleanno, parla al Palazzo di Vetro a New York, indossando lo scialle appartenuto a Benazir Bhutto e lanciando un appello all'istruzione dei bambini di tutto il mondo.

Il 10 ottobre 2013 è stata insignita del Premio Sakharov per la libertà di pensiero.L'annuncio è stato dato dal presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, che lo ha motivato dicendo che è una ragazza eroica]. Il premio le è stato consegnato in occasione della Sessione Plenaria di Novembre, a Strasburgo, il 20 novembre 2013.


Il 10 ottobre 2014 è stata insignita del premio Nobel per la pace assieme all'attivista indiano Kailash Satyarthi, diventando con i suoi diciassette anni la più giovane vincitrice di un premio Nobel. La motivazione del Comitato per il Nobel norvegese è stata: “per la loro lotta contro la sopraffazione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all'istruzione” .


« Non mi importa di dovermi sedere sul pavimento a scuola. Tutto ciò che voglio è istruzione. E non ho paura di nessuno. »

giovedì 2 ottobre 2014

..."Essi spargono polvere di stelle"..Festa dei Nonni!


"Nessuno può fare per i bambini
quel che fanno i nonni:
essi spargono polvere di stelle
sulla vita dei più piccoli".
                                                                    


Alex Haley, "I nonni"




Oggi, 2 Ottobre,si festeggia la Festa dei Nonni;ricorrenza civile introdotta in Italia nel 2005 per celebrare l'importanza del ruolo svolto dai nonni all'interno delle famiglie e della società in generale.

La Festa dei Nonni è stata introdotta negli Stati Uniti nel 1978 durante la presidenza di Jimmy Carter su proposta di Marian McQuade, una casalinga del West Virginia, madre di quindici figli e nonna di quaranta nipoti. La McQuade iniziò a promuovere l’idea di una giornata nazionale dedicata ai nonni nel 1970, lavorando con gli anziani già dal 1956. Riteneva, infatti, obiettivo fondamentale per l’educazione delle giovani generazioni la relazione con i loro nonni, portatori di conoscenza ed esperienza.

Negli Stati Uniti la festa nazionale dei nonni (National Grandparents Day) viene celebrata ogni anno la prima domenica di settembre dopo il Labor Day.


Nel Regno Unito, introdotta nel 1990, dal 2008 viene celebrata la prima domenica di ottobre.

In Canada viene celebrata dal 1995 il 25 ottobre.

In Francia, i nonni e le nonne sono festeggiati ogni anno separatamente. La Festa della Nonna già dal 1987, la prima domenica di marzo. Dal 2008 è stata introdotta la Festa del Nonno la prima domenica di ottobre.


martedì 23 settembre 2014

E' arrivato l'autunno!

AUTUNNO

Quando la terra
comincia a dormire
sotto una coperta
di foglie leggere,
quando gli uccelli
non cantano niente.
Quando di ombrelli
fiorisce la gente,
quando si sente
tossire qualcuno,
quando un bambino
diventa un alunno.
Ecco l’autunno!


                                                                                                       
                                                                                                        Roberto Piumini

domenica 14 settembre 2014

.." Maestro - che dopo quello di padre, è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo a un altro uomo!"


"Rispetta, ama il tuo maestro, figliuolo.

 Amalo perché tuo padre lo ama e lo rispetta; perché egli consacra la vita al bene di tanti ragazzi che lo dimenticheranno, amalo perché ti apre e t’illumina l’intelligenza e ti educa l’animo; perché un giorno, quando sarai uomo, e non saremo più al mondo né io né lui, la sua immagine ti si presenterà spesso alla mente accanto alla mia, e allora, vedi, certe espressioni di dolore e di stanchezza del suo buon viso di galantuomo, alle quali ora non badi, te le ricorderai, e ti faranno pena, anche dopo trent’anni; e ti vergognerai, proverai tristezza di non avergli voluto bene, d’esserti portato male con lui. Ama il tuo maestro, perché appartiene a quella grande famiglia di cinquantamila insegnanti elementari, sparsi per tutta Italia, i quali sono come i padri intellettuali dei milioni di ragazzi che crescon con te, i lavoratori mal riconosciuti e mal ricompensati, che preparano al nostro paese un popolo migliore del presente. Io non son contento dell’affetto che hai per me, se non ne hai pure per tutti coloro che ti fanno del bene, e fra questi il tuo maestro è il primo, dopo i tuoi parenti. Amalo come ameresti un mio fratello, amalo quando ti accarezza e quando ti rimprovera, quando è giusto e quando ti par che sia ingiusto, amalo quando è allegro e affabile, e amalo anche di più quando lo vedi triste. 
Amalo sempre. E pronuncia sempre con riverenza questo nome - maestro - che dopo quello di padre, è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo a un altro uomo."


                                                                                              da: Cuore-E. De Amicis
                                                                                                     Dicembre-Gratitudine

mercoledì 10 settembre 2014

Drinnnn...drinnnn..si rincomincia!


Oggi,dopo le tanto attese vacanze estive, si torna sui banchi di scuola ed è come se
si sentisse l'eco delle campanelle al cambio d'ora e le grida di gioia dei bambini all'ora di ricreazione.


Vi propongo di seguito una poesia del Rodari e auguro a tutti i bambini un felice primo giorno di scuola e buon anno scolastico! 



"Il primo giorno di scuola"

Suona la campanella
scopa scopa la bidella,
viene il bidello ad aprire il portone,
viene il maestro dalla stazione
viene la mamma, o scolaretto,
a tirarti giù dal letto...
Viene il sole nella stanza:
su, è finita la vacanza.
Metti la penna nell'astuccio,
l'assorbente nel quadernuccio,
fa la punta alla matita
e corri a scrivere la tua vita.
Scrivi bene, senza fretta
ogni giorno una paginetta.
Scrivi parole diritte e chiare:
Amore, lottare, lavorare.


                                                                                                           Gianni Rodari

venerdì 29 agosto 2014

Orgoglio di insegnare!






"L'orgoglio della nuova maestra diventa quello di avere aiutato il bambino a fare senza di lei, di aver preparato le vie del suo andare spontaneo, abbattendo i principali ostacoli che potevano impedirlo."


(Maria Montessori)

venerdì 20 giugno 2014

Educare..al futuro!








"Io definisco educazione perfetta e nobile quella che mette un uomo in grado di adempiere con giustizia, abilità e coraggio tutti gli uffici, privati e pubblici, in pace e in guerra." 

                                                                   (J.Milton, Tractate of education,1644)

domenica 1 giugno 2014

E' arrivato Giugno!

Il mese di Giugno-Rodari


Filastrocca del mese di giugno
il contadino ha la falce in pugno:
mentre falcia l'erba e il grano
un temporale spia lontano.
Gli scolaretti sui banchi di scuola
hanno perso la parola:
apre il maestro le pagelle
e scrive i voti nelle caselle...
"Signor maestro, per cortesia,
non scriva quel quattro sulla mia:
Quel cinque, poi, non ce lo metta
sennò ci perdo la bicicletta:
se non mi boccia, glielo prometto,
le lascio fare qualche giretto".




mercoledì 21 maggio 2014

"C’è un ragazzino che rischia di perdersi e ha bisogno di essere salvato! "


"Nelle isole Salomone, quando la gente di quelle tribù vuole deforestare un pezzo di jungla, per ricavarne terra da coltivare, beh insomma, quella gente non abbatte gli alberi, si avvicina all'albero e lo insulta, con ostinazione, poi lo maledice, e piano piano l'albero alla fine si secca, poi cade a terra da solo.

Avere cura di un bambino è molto importante signore. Sta in questo il segreto della guarigione, è un rimedio che fa passare il dolore, il bambino si sente al sicuro, se qualcuno gli da attenzione. Un abbraccio, un bacio affettuoso, sono parole che dicono: ti do attenzione, ti voglio bene figlio adorato. Se hai qualche difficoltà parlamene, non fa niente se cadi, se sbagli, ci sono io !.... 

E' proteggerlo. E' Impegnarsi".




Questi stralci sono tratti da un film indiano,"Stelle sulla terra",che ha per protagonista Ishaan,un bambino di otto anni con grandi difficoltà a scuola. Ripete la terza classe e ogni materia rappresenta un problema. Dopo un incontro con gli insegnanti, i genitori decidono di iscrivere il bambino in un collegio dove diventa amico di Rajan Damodran, il migliore studente della classe. Ishaan vive questa nuova situazione come una punizione e soffre molto per la separazione dalla famiglia; inoltre anche nel nuovo istituto il bambino non riesce a fare progressi e sprofonda nella depressione, fino all'arrivo di un nuovo maestro di arte, Ram Shankar Nikumbh o "Nikumbh Sir. Il docente, dislessico lui stesso, si rende subito conto di trovarsi davanti un bambino con dislessia e contemporaneamente rimane profondamente colpito dalla creatività e dal talento che Ishaan dimostra nel disegno. Decide dunque di prendersi personalmente cura del bambino. Intraprende con lui un percorso di riabilitazione della lettura e della scrittura e indice una gara di pittura per tutta la scuola per permettergli di mostrare la sua grandissima abilità in questo campo. Ishaan fa un bellissimo disegno e arriva primo battendo il proprio maestro, e finalmente sul suo viso è stampato un sorriso.

domenica 11 maggio 2014

La festa della mamma!

La festeggiamo ogni anno, a maggio, ma sono in pochi a conoscere le origini delle festa della mamma. 
Una festa antichissima, che affonda le proprie radici nei riti pagani della rinascita della primavera, chiamati i giorni della ‘Grande Madre‘, simbolo di fertilità.
Ma cosa ha a che fare questo con la festa della mamma modernamente intesa e, come si è arrivati ad attribuire a questa celebrazione il senso che comunemente le viene dato oggi? 
Esattamente come accade per la Pasqua, anche la festa della mamma non ha un giorno fisso, ma in Italia, così come negli Stati Uniti, in Danimarca, in Finlandia, in Turchia, in Australia e in Belgio viene festeggiata la seconda domenica di maggio. In Italia la prima celebrazione della festa della mamma risale al 1957 ad Assisi e da allora ricorre sempre la seconda domenica di maggio. In Norvegia, invece, la festa della mamma viene celebrata la seconda domenica di febbraio, in Argentina la seconda di ottobre, in Francia l’ultima domenica di maggio.
La festa della mamma modernamente intesa fu istituita nel 1914, negli Stati Uniti per iniziativa di un’insegnate del West Virginia, Anna M. Jarvis, che dopo la morte della madre, si adoperò moltissimo attraverso lettere e sollecitazioni a ministri e membri del congresso affinché venisse istituita una festa nazionale per celebrare la figura della mamma. Anna M. Jarvis non ebbe altre ragioni per esplicitare tale richiesta se non un affetto infinito nei confronti della madre. Oggi, la festa della mamma parte dal medesimo presupposto, si tratta della celebrazione di uno dei sentimenti più puri che appartengono all’essere umano, l’amore verso la propria madre. Grazie alla determinazione di Anna, il 10 maggio 1908 si festeggiò la prima festa della mamma. Sei anni dopo, nel 1914 il presidente Wilson annunciò la delibera del Congresso che istituiva il Mother’s Day, per festeggiare questa festa ogni anno, la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri del Paese.
Fonte: Nano Press  Donna

Vi propongo una poesia:
Grazie mamma , di Vincenzo Riccio

Grazie mamma di avermi dato il mondo,
con tutti i suoi colori, le nuvole, i palazzi;
d'avermi fatto dono di chilometri di abbracci.
Grazie delle pappe, degli yogurt, del latte.

Grazie dei milioni di baci
che hai stampato su tutta la mia pelle:
guarda, ne ho sulla testa, tra i capelli;
un altro sul pancino:
me lo davi quando mi cambiavi il pannolino.

Grazie  per la gioia che mi dai quando mi sfiori,
degli odori  e del profumo dei fiori;
grazie per i tuffi che facciamo nel lettone,
per gli sguardi d'amore.

Grazie anche quando mi dici un po' arrabbiata:
" Basta, ferma/o, sii un po' educata (o)".
Oggi che è la tua festa,
questo ringraziamento non basta
a dirti tutto quello che ho  nel cuore,
a raccontarti tutto il  mio amore.

Ci vorrebbe uno scrittore, un grande esperto di parole:
ma visto che io sono ancora bambino,
ti voglio dire grazie con questo mio piccolo,
ma grande come il mare,
immenso sbaciucchino:SMACK, K, K!

giovedì 1 maggio 2014

1 Maggio-Festa dei lavoratori!

Vi propongo due simpatiche filastrocche sui mestieri, scritte dal grande Rodari! 


"I colori dei mestieri" 

Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzano prima degli uccelli
e han la farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori, son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso, non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.














"Gli odori dei mestieri"
Io so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri,
sa d’olio la tuta dell’operaio,
di farina sa il fornaio,
sanno di terra i contadini,
di vernice gli imbianchini,
sul camice bianco del dottore
di medicine c’è buon odore.
I fannulloni, strano però,
non sanno di nulla e puzzano un po’.














di Gianni Rodari

domenica 20 aprile 2014

"L'uovo arcobaleno"- Serena Pasqua ^_^



La mattina di Pasqua nel mio prato
un uovo arcobaleno ho trovato,
era un uovo profumato e strano
non più grande di una mano.

Quando l’ho aperto, con stupore
ho trovato sorprese d’ogni colore:
giallo il sorriso d’un cinesino,
rosso il canto di un algerino,

azzurro il sorriso di uno svedese,
verde la capriola di un portoghese,
violetta la danza di mille bambine,
indaco i suoni di mille ocarine.

E arancione rotondo e paffuto
un sole caldo di benvenuto,
un sole caldo paffuto e rotondo

uguale per tutti i bimbi del mondo.

                                                                                                  Eleonora Bellini




mercoledì 16 aprile 2014

L'arrivo della Pasqua..e delle cioccolatose uova..tra storie,tradizioni e leggende!

L‘uovo è da tempi immemori una figura carica di significati simbolici (simbolo della vita in sé, della sacralità, anche da molti millenni avanti Cristo): secondo antiche credenze pagane e mitologiche, il cielo e il pianeta erano considerati due emisferi che creavano un unico uovo e le uova costituivano la vittoria della vita. Per gli antichi Egizi, l’uovo era il fulcro dei quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco).
 La tradizione di donare le uova, invece, iniziò ben prima della nascita del Cristianesimo, dato che già i Persiani usavano scambiarsi uova di gallina per dare il benvenuto alla primavera, con riti per la fecondità ed il rinnovamento della natura; seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali gli Egizi, che consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno, i Greci e i Cinesi.

L’uovo ha sempre rappresentato la vita che si rinnova. Non è casuale che gli antichi Romani usassero dire: “Omne vivum ex ovo”, seppellendo un uovo dipinto di rosso nei loro campi, come rito propiziatorio per il buon esito del raccolto. Con l’avvento del Cristianesimo, molti riti pagani vennero recepiti dalla nuova religione; la stessa festività della Pasqua risente ancora di influssi antichissimi: cade, infatti, tra il 25 marzo ed il 25 aprile, ovvero nella prima domenica successiva al Plenilunio che segue l’Equinozio di primavera. L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò poi anche, nel Medioevo come regalo alla servitù. 

Nello stesso periodo, l’uovo decorato, intrecciandosi con il Cristianesimo, divenne il simbolo della rinascita dell’Uomo, di Cristo: la diffusione dell’uovo come regalo pasquale sorse probabilmente in Germania quando, fra i tradizionali doni di Pasqua, comparve il regalo di semplici uova.

Sempre nel Medioevo, si diffuse la tradizione di creare uova artificiali fabbricate o rivestite in materiali preziosi (in argento, platino o oro), destinata agli aristocratici e ai nobili: Edoardo I d’Inghilterra, ad esempio, commissionò la creazione di circa 450 uova, rivestite d’oro e donate in occasione della Pasqua. Ma la ricca tradizione dell’uovo decorato è dovuta all’orafo Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar dell’epoca il compito di preparare un dono speciale per la zarina Maria. 
Per l’occasione, l’orafo creò il primo uovo-gioiello, di platino, smaltato di bianco, contenente un ulteriore uovo, in oro, che conteneva a sua volta due doni: una riproduzione della corona imperiale ed un pulcino d’oro. La fama che ebbe il primo uovo di Fabergé contribuì anche a diffondere la tradizione del dono all’interno dell’uovo. L’uso di ornare l’uovo di Pasqua con decorazioni variopinte ha origini religiose antichissime: secondo la leggenda, Maria Maddalena, recatasi al sepolcro di Gesù insieme ad altre donne, avendolo trovato vuoto, corse alla casa nella quale si trovavano i discepoli, annunciando la straordinaria notizia. Pietro, uno dei discepoli, la guardò incredulo e poi disse: “ Crederò a quello che dici solo se le uova contenute in quel cestello diverranno rosse” e improvvisamente le uova si colorarono di un rosso intenso. In tempi più recenti, l’uovo di Pasqua per eccellenza è il classico uovo di cioccolato, la cui nascita è ancora incerta: secondo alcuni, il primo a far realizzare le uova di cioccolato fu Luigi XIV, secondo altri l’idea proviene dalle Americhe, ossia da dove la pianta di xocoatl, il cacao, è originaria.
Di certo fu Rodolphe Lindt a inventare nel 1789 il conchage, il processo di lavorazione che rende il cioccolato vellutato morbidissimo al palato rispetto a quello granuloso prodotto fino ad allora. Nel 1823, François Louis Cailler fondò a Vevey il primo stabilimento svizzero per la produzione di cioccolato dove, grazie all’ausilio di un particolare macchinario, il cacao veniva trasformato in pasta manipolabile, e la sua cioccolata fu la prima a essere commercializzata in forma di tavolette. Daniel Peter, che sposò la figlia di Cailler, è l’inventore del cioccolato al latte. Presentatosi il problema di unire il latte all’impasto di cioccolato, soprattutto in Svizzera, dove i pascoli sono rigogliosi e la qualità del latte è pregiata, Peter pensò di sfruttare il latte condensato, da poco lanciato negli USA, e la farina di latte, prodotta invece in Svizzera da Henry Nestlé. ll suo procedimento, sfruttato in seguito da tutti i produttori, è attualmente utilizzato. Fu l’olandese Coenraad van Houte, nel 1825 a inventare la versione dell’uovo di Pasqua che oggi conosciamo, quella svuotata all’interno, riuscendo a separare i grassi (il burro) dal cacao, tramite una particolare pressa idraulica, perfezionando il procedimento che prese il nome di dutching.
Con tale progresso tecnologico, i maestri cioccolatieri del centro Europa poterono ammorbidire e modellare più facilmente il cioccolato, dandogli le forme più disparate (pasticche, tavolette, uova), creando appositi stampi con cui realizzare le due parti dell’uovo, per poi unirle a caldo. Nacque così la l’uovo di cioccolato “moderno”, la cui diffusione si deve al pasticciere inglese John Cadbury, a partire dal 1875. Man mano, con il miglioramento delle tecniche di produzione e di confezionamento, si cominciarono a creare diversi tipi di uova: cioccolato bianco, fondente, al latte ma anche con esterno liscio, ruvido, arricchito di nocciole ecc.


Le cronache da Guinnes riportano che il più grosso uovo di cioccolato fu preparato nel 1897 da un confettiere londinese, in occasione di un matrimonio di un rampollo di casa Stuart celebrato in quel periodo: alto 9 metri, largo 18, conteneva centinaia di bomboniere da distribuire agli invitati.

A proposito di uova di Pasqua curiose, nel 1869 il presidente degli Stati Uniti Grant ricevette in regalo dal chimico J.W. Hyatt un uovo apparentemente molto semplice, ma in realtà preziosissimo: era fatto di celluloide, materiale appena inventato da Hyatt.
                                                             



 di Caterina Lenti ..tratto da MeteoWEb.eu meteo e scienze del cielo e della terra


lunedì 14 aprile 2014

Dal sapere..al saper fare ^_^






"Quel che ascolto lo dimentico,
quel che vedo lo ricordo,
 quel che faccio, lo capisco."  

B.Merenne-Schoumaker

martedì 1 aprile 2014

E' arrivato Aprile!

Pesci d’aprile


Attento, attento bambino!
C’è per aria un pesciolino
di panno, sporco di gessetto,
e qualcuno sussurra: “Lo metto
sulla schiena al più distratto”.
E’ un pesciolino matto,
un pesciolino d’aprile.
Se ti tocca, sii gentile;
si tratta d’un piccolo gioco,
uno scherzo che dura poco,
non più d’un giro di sole,
e l’usanza così vuole.
Il pesciolino che vola,
tra i piccoli della scuola,
è un segno primaverile
della gaiezza infantile.
Attento, attento bambino:

vola vola il pesciolino. V. Masselli

giovedì 20 marzo 2014

L'arrivo della primavera!

"Filastrocca di primavera"-Gianni Rodari


Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno, più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà la prima violetta.
O prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno:
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.

mercoledì 19 marzo 2014

"Oggi è festa del papà..ed è festa anche per me"!

La “festa del papà” è una consuetudine del 19 marzo in alcuni paesi dalla lunga tradizione cattolica, come l’Italia, la Spagna e il Portogallo. La data fu per molto tempo la principale festa cattolica dedicata a san Giuseppe, il padre di Gesù: se ne hanno pochissime notizie ricavate dai Vangeli (in particolare di Matteo e Luca) ma intorno a lui ci furono fin dai primissimi secoli dopo Cristo molte leggende e tradizioni.

Il culto religioso di san Giuseppe è molto antico e nacque in Oriente nell’Alto Medioevo, per poi diffondersi in Occidente già nel Trecento. Intorno a quel periodo, alcuni ordini religiosi cominciarono ad osservare la sua festa il 19 marzo, il giorno della sua morte secondo la tradizione. La festività di san Giuseppe fu inserita nel calendario romano da papa Sisto IV intorno al 1479, e nell’Ottocento il santo divenne patrono di diversi paesi con una importante tradizione cattolica, come il Messico, il Canada e il Belgio.
 L’istituzione dell’altra festa cattolica che ricorda il padre di Gesù, san Giuseppe Artigiano – il primo maggio – è solo del 1955, in risposta alla festa dei lavoratori che aveva origini sindacali e socialiste.

In altri paesi la festa del papà ha origini e tradizioni diverse, tanto che la data varia molto da paese a paese. In Germania, per esempio, la festa del papà coincide con il giorno dell’Ascensione – una festa mobile cristiana che cade il giovedì quaranta giorni dopo la Pasqua – ed è chiamata anche Männertago Herrentag (“giorno degli uomini”, intesi come maschi). Una delle tradizioni più diffuse in molte città tedesche, a volte severamente criticata dalla stampa locale, è quella di formare comitive di uomini che spingono un carretto pieno di bevande alcoliche e procedono a «un pomeriggio incasinato e ubriaco». Questa particolare tradizione sembra risalire all’Ottocento.
Negli Stati Uniti la festa ha caratteristiche e origini molto più recenti, in parte legate alla festa della mamma. Si celebra la terza domenica di giugno e fu proclamata festa nazionale nel 1966, dal presidente Lyndon B. Johnson. Generalmente si fa risalire l’idea della sua creazione a una donna di Spokane, nello stato di Washington, Sonora Smart Dodd: secondo la tradizione, lo spunto per una festa del papà le sarebbe venuto nel 1909 sentendo un sermone in occasione della festa della mamma, che cominciava ad essere celebrata in quegli anni. La prima festa del papà fu celebrata negli Stati Uniti il 19 giugno 1910, nel mese di nascita del padre di Sonora Dodd, che aveva cresciuto sei figli dopo la morte di parto della moglie. La maggior parte dei paesi del mondo celebra la festa del papà la terza domenica di giugno.                                                                                    
                                                                       da:" Il Post                                                  

                                                                                       
Vi propongo una canzoncina legata ai miei ricordi d’infanzia..che imparai,più di 10 anni fa, in un lontano ma non dimenticato 19 marzo, per omaggiare il mio dolcissimo papà: “Oggi è festa del papà ed è festa anche per me, paparino buono e caro quanta gioia sento in me!!! Tu fai tanti sacrifici stanco sei di lavorare approfitta almeno oggi per poterti riposare..... paparino paparino del mio cuor quanti baci quanti baci ti darò a mammina ho regalato mezzo cuor l'altro mezzo tutto a te lo donerò”!!!!!