La festeggiamo ogni anno, a maggio, ma sono in pochi a
conoscere le origini delle festa della mamma.
Una festa antichissima, che
affonda le proprie radici nei riti pagani della rinascita della primavera,
chiamati i giorni della ‘Grande Madre‘, simbolo di fertilità.
Ma cosa ha a che fare questo con la festa della mamma
modernamente intesa e, come si è arrivati ad attribuire a questa celebrazione
il senso che comunemente le viene dato oggi?
Esattamente come accade per la Pasqua, anche la festa della
mamma non ha un giorno fisso, ma in Italia, così come negli Stati Uniti, in
Danimarca, in Finlandia, in Turchia, in Australia e in Belgio viene festeggiata
la seconda domenica di maggio. In Italia la prima celebrazione della festa
della mamma risale al 1957 ad Assisi e da allora ricorre sempre la seconda
domenica di maggio. In Norvegia, invece, la festa della mamma viene celebrata
la seconda domenica di febbraio, in Argentina la seconda di ottobre, in Francia
l’ultima domenica di maggio.
La festa della mamma modernamente intesa fu istituita nel
1914, negli Stati Uniti per iniziativa di un’insegnate del West Virginia, Anna
M. Jarvis, che dopo la morte della madre, si adoperò moltissimo attraverso lettere
e sollecitazioni a ministri e membri del congresso affinché venisse istituita
una festa nazionale per celebrare la figura della mamma. Anna M. Jarvis non
ebbe altre ragioni per esplicitare tale richiesta se non un affetto infinito
nei confronti della madre. Oggi, la festa della mamma parte dal medesimo
presupposto, si tratta della celebrazione di uno dei sentimenti più puri che
appartengono all’essere umano, l’amore verso la propria madre. Grazie alla
determinazione di Anna, il 10 maggio 1908 si festeggiò la prima festa della
mamma. Sei anni dopo, nel 1914 il presidente Wilson annunciò la delibera del
Congresso che istituiva il Mother’s Day, per festeggiare questa festa ogni
anno, la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine
per le madri del Paese.
Fonte: Nano Press Donna
Vi propongo una poesia:
Grazie mamma , di Vincenzo Riccio
Grazie mamma di avermi dato il mondo,
con tutti i suoi colori, le nuvole, i palazzi;
d'avermi fatto dono di chilometri di abbracci.
Grazie delle pappe, degli yogurt, del latte.
Grazie dei milioni di baci
che hai stampato su tutta la mia pelle:
guarda, ne ho sulla testa, tra i capelli;
un altro sul pancino:
me lo davi quando mi cambiavi il pannolino.
Grazie per la gioia
che mi dai quando mi sfiori,
degli odori e del
profumo dei fiori;
grazie per i tuffi che facciamo nel lettone,
per gli sguardi d'amore.
Grazie anche quando mi dici un po' arrabbiata:
" Basta, ferma/o, sii un po' educata (o)".
Oggi che è la tua festa,
questo ringraziamento non basta
a dirti tutto quello che ho
nel cuore,
a raccontarti tutto il
mio amore.
Ci vorrebbe uno scrittore, un grande esperto di parole:
ma visto che io sono ancora bambino,
ti voglio dire grazie con questo mio piccolo,
ma grande come il mare,
immenso sbaciucchino:SMACK, K, K!
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