E’ accertato che una dieta corretta ed equilibrata è base e ottimo presupposto per uno sviluppo armonico del bambino.
Ma attualmente in Italia 4 bambini su 10, in età scolare, sono sovrappeso o obesi. Deteniamo per questo il triste primato, in Europa: e il trend non accenna a migliorare.
Come molti genitori sanno bene, educare i figli a una sana e corretta alimentazione non è sempre facile. Pare che uno dei problemi più frequenti sia quello di convincerli ad avere una dieta variata, mangiando quantità adeguate di frutta e di verdura. I bambini, si pensa, hanno un approccio non molto razionale anche all’alimentazione e fondano le loro scelte sulla percezione diretta piuttosto che su concetti teorici, che poi, si spera, riusciranno ad acquisire nel tempo, diventando adulti.
Ma è possibile aiutare i bambini a nutrirsi meglio offrendo loro nozioni teoriche di base sulla nutrizione?
Una ricerca condotta dal dipartimento di Psicologia dell’università di Stanford (USA) sembrerebbe rispondere affermativamente. I ricercatori hanno ingaggiato un gruppo di 59 bambini di età compresa tra i 4 e i 5 anni ai quali hanno fatto leggere, durante le ore di asilo e per tre mesi, 5 piccoli libri nei quali si trattavano temi relativi alla nutrizione. Si descriveva l’importanza di una dieta composta da tanti alimenti diversi, il funzionamento della digestione, le diverse categorie di alimenti, la presenza di sostanze che non si possono vedere e la loro funzione biologica. Altri bambini dello stesso asilo, che invece non avevano letto i libri, costituivano il gruppo di controllo. Tutti venivano poi interrogati sulla nutrizione: i bambini che avevano letto i libri fornivano risposte mediamente molto più corrette degli altri, dimostrando non solo di avere preso coscienza delle nozioni teoriche di base, ma anche di saper dedurre da soli l’importanza di alcune buone pratiche alimentari. Ma l’aspetto più interessante è che, messi di fronte alla possibilità di scegliere tra più alimenti diversi, i bambini “istruiti” sceglievano spontaneamente una porzione più che doppia di vegetali rispetto agli altri, che invece continuavano a mangiare più o meno come avevano sempre fatto.
La ricerca dimostra che i bambini possono superare una visione del cibo limitata al piacere immediato e al fatto che esso viene ingerito ed espulso. Possono inoltre diventare consapevoli del fatto che gli alimenti contengono una grande varietà di elementi nutritivi, ognuno con la propria funzione, che vengono estratti durante la digestione per entrare nel sangue e nutrire l’organismo. Questa coscienza può poi tradursi spontaneamente in comportamenti alimentari più corretti. La speranza è che quindi un’educazione alimentare e nutrizionale (a scuola, ma anche in famiglia) possa contribuire a un’alimentazione più sana.
Bisognerebbe ricordare questi i principali errori nutrizionali:
La prima colazione è di frequente frettolosa, ridotta o “dimenticata”
Il latte è spesso abolito precocemente e sostituito da bevande gasate e zuccherate (che determinano una ridotta assunzione di calcio e un aumento della quota di fosforo assunto)
Lo spuntino del mattino, di conseguenza, spesso è ipercalorico
Frequente è il consumo eccessivo di proteine animali, grassi saturi e sodio, mentre si registrano carenze di carboidrati complessi (amidi), fibra alimentare, calcio, ferro, zinco e acido folico
Il pranzo è spesso incompleto e veloce
La merenda del pomeriggio, carente di latte, yogurt o frutta, è basata su cibi industriali (snack dolci o salati)
La cena (molto spesso unico momento di “aggregazione familiare”) tende ad essere il pasto principale della giornata, sovente ipercalorico e carente di verdure e frutta.