mercoledì 21 maggio 2014

"C’è un ragazzino che rischia di perdersi e ha bisogno di essere salvato! "


"Nelle isole Salomone, quando la gente di quelle tribù vuole deforestare un pezzo di jungla, per ricavarne terra da coltivare, beh insomma, quella gente non abbatte gli alberi, si avvicina all'albero e lo insulta, con ostinazione, poi lo maledice, e piano piano l'albero alla fine si secca, poi cade a terra da solo.

Avere cura di un bambino è molto importante signore. Sta in questo il segreto della guarigione, è un rimedio che fa passare il dolore, il bambino si sente al sicuro, se qualcuno gli da attenzione. Un abbraccio, un bacio affettuoso, sono parole che dicono: ti do attenzione, ti voglio bene figlio adorato. Se hai qualche difficoltà parlamene, non fa niente se cadi, se sbagli, ci sono io !.... 

E' proteggerlo. E' Impegnarsi".




Questi stralci sono tratti da un film indiano,"Stelle sulla terra",che ha per protagonista Ishaan,un bambino di otto anni con grandi difficoltà a scuola. Ripete la terza classe e ogni materia rappresenta un problema. Dopo un incontro con gli insegnanti, i genitori decidono di iscrivere il bambino in un collegio dove diventa amico di Rajan Damodran, il migliore studente della classe. Ishaan vive questa nuova situazione come una punizione e soffre molto per la separazione dalla famiglia; inoltre anche nel nuovo istituto il bambino non riesce a fare progressi e sprofonda nella depressione, fino all'arrivo di un nuovo maestro di arte, Ram Shankar Nikumbh o "Nikumbh Sir. Il docente, dislessico lui stesso, si rende subito conto di trovarsi davanti un bambino con dislessia e contemporaneamente rimane profondamente colpito dalla creatività e dal talento che Ishaan dimostra nel disegno. Decide dunque di prendersi personalmente cura del bambino. Intraprende con lui un percorso di riabilitazione della lettura e della scrittura e indice una gara di pittura per tutta la scuola per permettergli di mostrare la sua grandissima abilità in questo campo. Ishaan fa un bellissimo disegno e arriva primo battendo il proprio maestro, e finalmente sul suo viso è stampato un sorriso.

domenica 11 maggio 2014

La festa della mamma!

La festeggiamo ogni anno, a maggio, ma sono in pochi a conoscere le origini delle festa della mamma. 
Una festa antichissima, che affonda le proprie radici nei riti pagani della rinascita della primavera, chiamati i giorni della ‘Grande Madre‘, simbolo di fertilità.
Ma cosa ha a che fare questo con la festa della mamma modernamente intesa e, come si è arrivati ad attribuire a questa celebrazione il senso che comunemente le viene dato oggi? 
Esattamente come accade per la Pasqua, anche la festa della mamma non ha un giorno fisso, ma in Italia, così come negli Stati Uniti, in Danimarca, in Finlandia, in Turchia, in Australia e in Belgio viene festeggiata la seconda domenica di maggio. In Italia la prima celebrazione della festa della mamma risale al 1957 ad Assisi e da allora ricorre sempre la seconda domenica di maggio. In Norvegia, invece, la festa della mamma viene celebrata la seconda domenica di febbraio, in Argentina la seconda di ottobre, in Francia l’ultima domenica di maggio.
La festa della mamma modernamente intesa fu istituita nel 1914, negli Stati Uniti per iniziativa di un’insegnate del West Virginia, Anna M. Jarvis, che dopo la morte della madre, si adoperò moltissimo attraverso lettere e sollecitazioni a ministri e membri del congresso affinché venisse istituita una festa nazionale per celebrare la figura della mamma. Anna M. Jarvis non ebbe altre ragioni per esplicitare tale richiesta se non un affetto infinito nei confronti della madre. Oggi, la festa della mamma parte dal medesimo presupposto, si tratta della celebrazione di uno dei sentimenti più puri che appartengono all’essere umano, l’amore verso la propria madre. Grazie alla determinazione di Anna, il 10 maggio 1908 si festeggiò la prima festa della mamma. Sei anni dopo, nel 1914 il presidente Wilson annunciò la delibera del Congresso che istituiva il Mother’s Day, per festeggiare questa festa ogni anno, la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri del Paese.
Fonte: Nano Press  Donna

Vi propongo una poesia:
Grazie mamma , di Vincenzo Riccio

Grazie mamma di avermi dato il mondo,
con tutti i suoi colori, le nuvole, i palazzi;
d'avermi fatto dono di chilometri di abbracci.
Grazie delle pappe, degli yogurt, del latte.

Grazie dei milioni di baci
che hai stampato su tutta la mia pelle:
guarda, ne ho sulla testa, tra i capelli;
un altro sul pancino:
me lo davi quando mi cambiavi il pannolino.

Grazie  per la gioia che mi dai quando mi sfiori,
degli odori  e del profumo dei fiori;
grazie per i tuffi che facciamo nel lettone,
per gli sguardi d'amore.

Grazie anche quando mi dici un po' arrabbiata:
" Basta, ferma/o, sii un po' educata (o)".
Oggi che è la tua festa,
questo ringraziamento non basta
a dirti tutto quello che ho  nel cuore,
a raccontarti tutto il  mio amore.

Ci vorrebbe uno scrittore, un grande esperto di parole:
ma visto che io sono ancora bambino,
ti voglio dire grazie con questo mio piccolo,
ma grande come il mare,
immenso sbaciucchino:SMACK, K, K!

giovedì 1 maggio 2014

1 Maggio-Festa dei lavoratori!

Vi propongo due simpatiche filastrocche sui mestieri, scritte dal grande Rodari! 


"I colori dei mestieri" 

Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzano prima degli uccelli
e han la farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori, son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso, non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.














"Gli odori dei mestieri"
Io so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri,
sa d’olio la tuta dell’operaio,
di farina sa il fornaio,
sanno di terra i contadini,
di vernice gli imbianchini,
sul camice bianco del dottore
di medicine c’è buon odore.
I fannulloni, strano però,
non sanno di nulla e puzzano un po’.














di Gianni Rodari