venerdì 29 novembre 2013

Mens sana in corpore sano!

E’ accertato che una dieta corretta ed equilibrata è base e ottimo presupposto per uno sviluppo armonico del bambino. Ma attualmente in Italia 4 bambini su 10, in età scolare, sono sovrappeso o obesi. Deteniamo per questo il triste primato, in Europa: e il trend non accenna a migliorare. Come molti genitori sanno bene, educare i figli a una sana e corretta alimentazione non è sempre facile. Pare che uno dei problemi più frequenti sia quello di convincerli ad avere una dieta variata, mangiando quantità adeguate di frutta e di verdura. I bambini, si pensa, hanno un approccio non molto razionale anche all’alimentazione e fondano le loro scelte sulla percezione diretta piuttosto che su concetti teorici, che poi, si spera, riusciranno ad acquisire nel tempo, diventando adulti. Ma è possibile aiutare i bambini a nutrirsi meglio offrendo loro nozioni teoriche di base sulla nutrizione? Una ricerca condotta dal dipartimento di Psicologia dell’università di Stanford (USA) sembrerebbe rispondere affermativamente. I ricercatori hanno ingaggiato un gruppo di 59 bambini di età compresa tra i 4 e i 5 anni ai quali hanno fatto leggere, durante le ore di asilo e per tre mesi, 5 piccoli libri nei quali si trattavano temi relativi alla nutrizione. Si descriveva l’importanza di una dieta composta da tanti alimenti diversi, il funzionamento della digestione, le diverse categorie di alimenti, la presenza di sostanze che non si possono vedere e la loro funzione biologica. Altri bambini dello stesso asilo, che invece non avevano letto i libri, costituivano il gruppo di controllo. Tutti venivano poi interrogati sulla nutrizione: i bambini che avevano letto i libri fornivano risposte mediamente molto più corrette degli altri, dimostrando non solo di avere preso coscienza delle nozioni teoriche di base, ma anche di saper dedurre da soli l’importanza di alcune buone pratiche alimentari. Ma l’aspetto più interessante è che, messi di fronte alla possibilità di scegliere tra più alimenti diversi, i bambini “istruiti” sceglievano spontaneamente una porzione più che doppia di vegetali rispetto agli altri, che invece continuavano a mangiare più o meno come avevano sempre fatto. La ricerca dimostra che i bambini possono superare una visione del cibo limitata al piacere immediato e al fatto che esso viene ingerito ed espulso. Possono inoltre diventare consapevoli del fatto che gli alimenti contengono una grande varietà di elementi nutritivi, ognuno con la propria funzione, che vengono estratti durante la digestione per entrare nel sangue e nutrire l’organismo. Questa coscienza può poi tradursi spontaneamente in comportamenti alimentari più corretti. La speranza è che quindi un’educazione alimentare e nutrizionale (a scuola, ma anche in famiglia) possa contribuire a un’alimentazione più sana.
Bisognerebbe ricordare questi i principali errori nutrizionali: La prima colazione è di frequente frettolosa, ridotta o “dimenticata” Il latte è spesso abolito precocemente e sostituito da bevande gasate e zuccherate (che determinano una ridotta assunzione di calcio e un aumento della quota di fosforo assunto) Lo spuntino del mattino, di conseguenza, spesso è ipercalorico Frequente è il consumo eccessivo di proteine animali, grassi saturi e sodio, mentre si registrano carenze di carboidrati complessi (amidi), fibra alimentare, calcio, ferro, zinco e acido folico Il pranzo è spesso incompleto e veloce La merenda del pomeriggio, carente di latte, yogurt o frutta, è basata su cibi industriali (snack dolci o salati) La cena (molto spesso unico momento di “aggregazione familiare”) tende ad essere il pasto principale della giornata, sovente iperca­lorico e carente di verdure e frutta.

Quando l’educazione è tra pari: la peer education!

Il ruolo che le interazioni fra pari hanno mostrato i ricoprire all’interno dei processi di insegnamento-apprendimento,a  livello emotivo-affettivo e sociale, trova una sua applicazione nella peer  education, modello educativo sviluppatosi negli Stati Uniti negli anni sessanta e settanta.
Sfruttando l’influenza normativa e informativa promuove progetti di prevenzione e  di educazione alla salute. Nella peer  education è prevista la selezione di soggetti che hanno una forte influenza normativa, in virtù del loro status di leader, seguita da un training che li metta in grado di esercitare anche l’influenza informativa. Al livello puro della peer education, in cui sono gli adulti i protagonisti  delle fasi di attivazione, formazione e progettazione degli interventi preventivi, si sono andati sostituendo, soprattutto in Italia, modelli misti, come l’empowered  peer educaton, che coinvolge fin dall’inizio del progetto i ragazzi, mentre gli adulti mantengono il ruolo di accompagnatori e formatori  delle competenze necessarie.
Il gruppo viene visto come sede e risorsa primaria dei processi di apprendimento, in un’ottica socio-costruttivista e culturale. La empowered peer education  ha l’obiettivo di sviluppare solo quelli della promozione delle risorse individuali che emergono attraverso le interazioni di gruppo, del sostegno alle intelligenze personali, all’intelligenza emotiva e al senso di autoefficacia degli adolescenti, con l’idea che essi stessi possano diventare i più efficaci promotori del benessere interno al gruppo di appartenenza.


                        Fonte: Pellai, Rinaldin,Tamboini  (2002, p.87)

domenica 17 novembre 2013

Gruppo di lavoro..lavoro di gruppo!

Riflessione sulle dimaniche di gruppo,sul modo in cui si relazionano i personaggi e sulle modlità di intrevento.

giovedì 14 novembre 2013

"Se puoi sognarlo, puoi farlo!"- l'importanza delle fiabe/favole nell'infanzia

Le traccie della lepre sono cancellate dalle traccie dell'elefante. Le traccie dell'elefante sono portate via dalla pioggia. Solo i racconti conservano la memoria di tali passaggi. L'infanzia di ognuno di noi è legata alle favole,alle fiabe,ai racconti di ogni genere aventi per protagonisti personaggi in cui ci siamo,almeno una volta,immedesimati;che abbiamo fatto nostro tesoro e che ancora oggi, a distanza di anni,sentiamo vivo dentro di noi il loro piacevole ricordo. Infatti,seppur crescendo, una parte di noi resta bambina,che cerca di tener vivo almeno dentro di sè il Pater Pan mai tramontato del tutto,anche se molto spesso,anzi quasi sempre tenuto a tacere per dar voce all'adulto che ormai ha preso il soppravvento! Raccontando favole o fiabe ai bambini si stimola l'immaginazione,elemento fondamentale affinchè essi possano esprimere al meglio la propria personalità. Tradizionalmente il momento prediletto per il racconto delle fiabe/favole è prima di addormentarsi..e il ruolo dei genitori o figure parentali nonchè degli insegnanti a scuola nei momenti ricreativi è di essenziale valore per questo momento fondamentale dell'infanzia... Riflessione sull'importanza delle favole/fiabe/racconti nella prima infanzia e se volete lasciare nei commenti il vostro ricordo della favola preferita o a cui siete particolarmente affezionati ^_^ !

"The dark side of the game": il gioco..e le sue sfumature!

Il gioco può essere definito come una qualsiasi attività a cui si dedicano bambini e adulti,per svago, per diletto. Esso inoltre rappesenta un efficiente e può risultare anche un efficace strumento didattico. Ma il gioco,per il teorico Huizinga, è AGON("competizione"),categoria definita successivamente da Caillois. Il gioco, però, non è solo questo; esso è anche ALEA("caso"), MIMICRY ("travestimento")e ILINX ("vertigine"),stando alla classificazione fatta da Caillois. Questi elementi non possono però essere tutti ugualmente combinati tra loro,come nel caso AGON-ILINX e MIMICRY-ALEA. Riflessione sulla classificazione del gioco e sulla degenerazione in cui si può sfociare!

lunedì 11 novembre 2013

"Il piccolo principe"



L'avete mai letto?
Se si cosa vi ha colpito maggiormente?
Si possono trovare degli spunti da poter
applicare in campo didattico?  
  "Tutti i grandi sono stati bambini una volta..ma pochi di essi se  ne ricordano(...)"

"È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttate via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un'altra opportunità, un'altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c'è un nuovo inizio"(...)

"Gli uomini coltivano 5000 rose nello stesso giardino… e non trovano quello che cercano… e tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua. Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore".

La Scala Forrester

Ci sono molti modi di concepire la rete e dall’uso che ne facciamo nasce anche il modo con cui la interpretiamo. Vi segnalo una interessante scala (scala Forrester) che distingue sei possibili usi: -Creatori quelli che pubblicano on line creando blog, pagine web... -Partecipanti critici: commentano (come voi in questo blog…) e discutono on line... - Partecipanti collezionisti: raccolgono contenuti di vario genere... -Partecipanti che usano social network (ad esempio facebook) -Lettori simpatizzanti leggono, sentono contenuti o contenuti on line... -Inattivi Lo schema mi sembra utile? Lo considerate valido? In quale livello vi riconoscete? È a quale livello vorreste arrivare? Raccontate delle vostre pratiche di uso della rete...

sabato 9 novembre 2013

Benvenuti :)

Salve a tutti! Ho creato questo blog con lo scopo di condividere esperienze didattiche e non solo,in cui ognuno possa esprimere la propria opinione,offrendo idee e consigli agli altri! Per quanto riguarda il titolo del mio blog mi sono ispirata al libro "Lettera a una professoressa" di Don Milani,in quanto come gli alunni raccolsero le loro riflessioni formandone un unicum,così spero di poter raccogliere le vostre idee e i vostri commenti per cercare di creare una sorta di linee guida e spunti da approfondire...