L‘uovo è da tempi immemori una figura carica di significati
simbolici (simbolo della vita in sé, della sacralità, anche da molti millenni
avanti Cristo): secondo antiche credenze pagane e mitologiche, il cielo e il
pianeta erano considerati due emisferi che creavano un unico uovo e le uova
costituivano la vittoria della vita. Per gli antichi Egizi, l’uovo era il
fulcro dei quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco).
La
tradizione di donare le uova, invece, iniziò ben prima della nascita del
Cristianesimo, dato che già i Persiani usavano scambiarsi uova di gallina per
dare il benvenuto alla primavera, con riti per la fecondità ed il rinnovamento
della natura; seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali gli Egizi, che
consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno, i Greci e i
Cinesi.
L’uovo ha sempre rappresentato la vita che si rinnova. Non è
casuale che gli antichi Romani usassero dire: “Omne vivum ex ovo”, seppellendo
un uovo dipinto di rosso nei loro campi, come rito propiziatorio per il buon
esito del raccolto. Con l’avvento del Cristianesimo, molti riti pagani vennero
recepiti dalla nuova religione; la stessa festività della Pasqua risente ancora
di influssi antichissimi: cade, infatti, tra il 25 marzo ed il 25 aprile,
ovvero nella prima domenica successiva al Plenilunio che segue l’Equinozio di
primavera. L’usanza dello scambio di uova decorate si sviluppò poi anche, nel
Medioevo come regalo alla servitù.
Nello stesso periodo, l’uovo decorato,
intrecciandosi con il Cristianesimo, divenne il simbolo della rinascita dell’Uomo,
di Cristo: la diffusione dell’uovo come regalo pasquale sorse probabilmente in
Germania quando, fra i tradizionali doni di Pasqua, comparve il regalo di
semplici uova.
Sempre nel Medioevo, si diffuse la tradizione di creare uova
artificiali fabbricate o rivestite in materiali preziosi (in argento, platino o
oro), destinata agli aristocratici e ai nobili: Edoardo I d’Inghilterra, ad
esempio, commissionò la creazione di circa 450 uova, rivestite d’oro e donate
in occasione della Pasqua. Ma la ricca tradizione dell’uovo decorato è dovuta
all’orafo Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar dell’epoca il
compito di preparare un dono speciale per la zarina Maria.
Per l’occasione,
l’orafo creò il primo uovo-gioiello, di platino, smaltato di bianco, contenente
un ulteriore uovo, in oro, che conteneva a sua volta due doni: una riproduzione
della corona imperiale ed un pulcino d’oro. La fama che ebbe il primo uovo di
Fabergé contribuì anche a diffondere la tradizione del dono all’interno
dell’uovo. L’uso di ornare l’uovo di Pasqua con decorazioni variopinte ha
origini religiose antichissime: secondo la leggenda, Maria Maddalena, recatasi
al sepolcro di Gesù insieme ad altre donne, avendolo trovato vuoto, corse alla
casa nella quale si trovavano i discepoli, annunciando la straordinaria
notizia. Pietro, uno dei discepoli, la guardò incredulo e poi disse: “ Crederò
a quello che dici solo se le uova contenute in quel cestello diverranno rosse”
e improvvisamente le uova si colorarono di un rosso intenso. In tempi più
recenti, l’uovo di Pasqua per eccellenza è il classico uovo di cioccolato, la
cui nascita è ancora incerta: secondo alcuni, il primo a far realizzare le uova
di cioccolato fu Luigi XIV, secondo altri l’idea proviene dalle Americhe, ossia
da dove la pianta di xocoatl, il cacao, è originaria.
Di certo fu Rodolphe Lindt a inventare nel 1789 il conchage,
il processo di lavorazione che rende il cioccolato vellutato morbidissimo al
palato rispetto a quello granuloso prodotto fino ad allora. Nel 1823, François
Louis Cailler fondò a Vevey il primo stabilimento svizzero per la produzione di
cioccolato dove, grazie all’ausilio di un particolare macchinario, il cacao
veniva trasformato in pasta manipolabile, e la sua cioccolata fu la prima a
essere commercializzata in forma di tavolette. Daniel Peter, che sposò la
figlia di Cailler, è l’inventore del cioccolato al latte. Presentatosi il
problema di unire il latte all’impasto di cioccolato, soprattutto in Svizzera,
dove i pascoli sono rigogliosi e la qualità del latte è pregiata, Peter pensò
di sfruttare il latte condensato, da poco lanciato negli USA, e la farina di
latte, prodotta invece in Svizzera da Henry Nestlé. ll suo procedimento,
sfruttato in seguito da tutti i produttori, è attualmente utilizzato. Fu
l’olandese Coenraad van Houte, nel 1825 a inventare la versione dell’uovo di
Pasqua che oggi conosciamo, quella svuotata all’interno, riuscendo a separare i
grassi (il burro) dal cacao, tramite una particolare pressa idraulica,
perfezionando il procedimento che prese il nome di dutching.
Con tale progresso tecnologico, i maestri cioccolatieri del
centro Europa poterono ammorbidire e modellare più facilmente il cioccolato,
dandogli le forme più disparate (pasticche, tavolette, uova), creando appositi
stampi con cui realizzare le due parti dell’uovo, per poi unirle a caldo.
Nacque così la l’uovo di cioccolato “moderno”, la cui diffusione si deve al
pasticciere inglese John Cadbury, a partire dal 1875. Man mano, con il
miglioramento delle tecniche di produzione e di confezionamento, si
cominciarono a creare diversi tipi di uova: cioccolato bianco, fondente, al
latte ma anche con esterno liscio, ruvido, arricchito di nocciole ecc.
Le cronache da Guinnes riportano che il più grosso uovo di
cioccolato fu preparato nel 1897 da un confettiere londinese, in occasione di
un matrimonio di un rampollo di casa Stuart celebrato in quel periodo: alto 9
metri, largo 18, conteneva centinaia di bomboniere da distribuire agli
invitati.
A proposito di uova di Pasqua curiose, nel 1869 il
presidente degli Stati Uniti Grant ricevette in regalo dal chimico J.W. Hyatt
un uovo apparentemente molto semplice, ma in realtà preziosissimo: era fatto di
celluloide, materiale appena inventato da Hyatt.
di Caterina Lenti ..tratto da MeteoWEb.eu meteo e scienze del cielo e della terra